mercoledì 20 aprile 2016

Il Vesuvio, un mostro bello e dormiente

Domina impetuoso il golfo di Napoli, si erge per i suoi 1280 metri di altezza padroneggiando i alcuni dei posti più belli al mondo, ergendosi ricco di vegetazione nel versante sud-orientale della città Napoletana.
Il Vesuvio, svetta e dorme ormai da parecchio, ma non è affatto un vulcano spento, almeno per gli esperti, ed in realtà sembra nascondere nelle sue viscere una rabbia inaspettata, quella rabbia nascosta che un tempo conobbero  gli abitanti di Pompei.
Ma niente paura, seppur l’evento vulcanico non è prevedibile nel corso del tempo, tuttavia gli esperti studiano di continuo l’umore del monte Vesuvio, quindi se dovete andare a trascorrere una vacanza nel Napoletano, fatelo in tutta tranquillità.

Per i turisti il Vesuvio è un posto molto apprezzato, raggiungibile da diversi paesi sparsi alle pendici, il monte è percorso da sentieri e strade immerse nella natura, i sentieri raggiungibili con guide specializzate offrono all’occhio e all’anima le bellezze più tenere e nascoste della natura, dai vigneti ai boschetti di macchia mediterranea, alle alture rocciose. Posti incredibili per ammirare panorami stupendi tra cielo e mare, il tutto nel silenzio rumoroso di madre natura.

I tramonti e il sorgere del sole viste dal Vesuvio lasciano veramente a bocca aperta, flora e fauna si equilibrano perfettamente tra i borghi storici, alcuni tra i più belli del mondo o quantomeno della bellissima Italia.

Quanto sopra ovviamente è monitorato e controllato seriamente dalle autorità del luogo per la protezione dell’ambiente, ed infatti il Vesuvio è proprio il centro del vasto parco ambientale nazionale da cui prende il nome.

Il parco nazionale del Vesuvio è stato istituito nel 1995 per il grande interesse geologico, biologico e storico che il suo territorio rappresenta.
La sua sede è collocata nel comune di Ottaviano.

È stato istituito principalmente per:
·      conservare i valori del territorio e dell'ambiente, e la loro integrazione con l'uomo;
·      salvaguardare le specie animali e vegetali, nonché le singolarità geologiche;
·      promuovere attività di educazione ambientale, di formazione e di ricerca scientifica.
(fonte wikipedia)

La parte rabbiosa del Vesuvio

Su Wikipedia è descritta perfettamente la faccia oscura del vulcano Napoletano, ecco cosa viene riportato:

“Dal 1631 al 1944, il Vesuvio è stato un vulcano "addomesticato", cioè ha seguito un andamento eruttivo continuo, col condotto praticamente sempre aperto, di modo tale che era possibile intuire le eruzioni. L'andamento ciclico della sua attività qui descritto fu riconosciuto da William Hamilton, Frank A. Perret, Giovanni Battista Alfano e Friedlander.

Eruzione del Vesuvio del 1794, con la processione dell'Immacolata
Dopo una grande eruzione (tipo quella del 1631, 1872 o 1906) tutto il magma è stato eiettato e il condotto, svuotato, fa crollare la parte sommitale. Il Vesuvio quindi entra in un periodo di riposo (quiescenza) che dura in media tra i 3 e i 7 anni, durante i quali il cratere emette solo gas. Successivamente, piccole esplosioni di ceneri sul fondo del cratere cominciano a costruire un cono di scorie, le cui dimensioni possono aumentare a seconda della pressione che comincia ad accumularsi nella camera magmatica, e che danno il via ad un'attività persistente che può durare da un minimo di 7 ad un massimo di 30 anni. In questo periodo, le scorie accumulate formano una vera e propria piattaforma che finirà per occupare completamente il cratere stesso, generando spesso piccole colate esterne, che però sono di piccolo volume e causano pochi danni (esempio di quest'attività sono la formazione dei colli "Margherita" ed "Umberto", o le eruzioni del 1805 o 1929).



Fotografia originale a colori dell'Eruzione del Vesuvio del 1944, vista da Napoli
Quando la pressione accumulatasi giunge al limite, il cono comincia a fratturarsi, ed ha inizio l'eruzione finale, che dura al massimo due/quattro settimane. Dopo una prima abbondante tracimazione di lava, si ha un periodo di rallentamento dell'attività seguito da una fase esplosiva finale, relativamente breve, ma assai più violenta (e pericolosa) della precedente, durante la quale si generano una o più ciclopiche nubi eruttive che spazzano via la parte terminale del cono. Questa violenta fase può durare un paio di giorni al massimo, e segna la fine dell'eruzione e del ciclo. Il cratere, svuotato, frana su sé stesso, ed il Vesuvio ricade nel periodo di quiescenza che segna l'inizio di un nuovo ciclo.
Il periodo dell'attività più intenso fu durante la seconda metà del XVIII secolo, con cicli della durata media di 10-15 anni; il meno prolifico, quello del 1872 - 1944, con due cicli della durata di 34 e 38 anni. Dopo l'eruzione del 1944, il Vesuvio cadde in uno stato di quiescenza che dura tuttora: in base ai cicli abituali, la ripresa dell'attività eruttiva appare dunque fortemente in ritardo.
Stato attuale

Interno del cratere
Dopo l'eruzione del 1944, il Vesuvio è in fase di quiescenza. Tale periodo di riposo, in base alla descrizione del ciclo sopra descritta, appare atipico, in quanto la ripresa dell'attività eruttiva pare fortemente in ritardo. Per questo, si ritiene che il Vesuvio sia uscito dal tipo di attività fino a ora studiato, caratterizzato da un condotto praticamente sempre aperto sin dal 1631.
Tuttavia, nel 2001, una ricerca condotta dalle Università di Napoli e di Nizza, e i cui risultati sono stati pubblicati su Science[9], ha permesso di accertare che a una profondità di circa otto chilometri sotto la superficie è presente un accumulo di magma che si estende per circa quattrocento chilometri quadrati, dal centro del golfo di Napoli fino quasi ai contrafforti preappenninici. Per via di ciò, è lecito aspettarsi i segnali di una ripresa dell'attività in qualunque momento: quindi, il Vesuvio è strettamente monitorato.”



Nessun commento:

Posta un commento